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Ed a maggiore evidenza del suo asserto riportava nella sua Guida una disposizione planimetrica secondo la forma c la struttura della chiesa, come l'innalzarono i pisani, disposizione assolutamente cervellotica che fa pensare alle fantastiche stramberie degli scrittori e degli storici sardi del seicento.

La ricostruzione ideale dello Spano costituì articolo di fede, e tutti gli scrittori, che del Duomo ebbero a trattare, compresi i migliori e cioè il Martini, il La Marmora e per gli studiosi stranieri, il Barone di Maltzan. l'ammisero senza discuterla.

I rilievi dettagliati dell'edificio che si riassumono nell'iconografia attuale, nonchè i dettagli enstruttivi di alcune parti mi permisero in altro studio, che oggi sono in grado di completare, d'asserire che la piantal emessa ed enunciata, senza illustrarla, dallo Spano è assolutamente crrata. Essa non si spiega con quanto ci rimane dell'antica chiesa pisana ed è in assoluta contradizione con le descrizioni alcune anche particolareggiate che del Duomo fecero alcuni scrittori che lo conobbero prima delle radicali trasformazioni eseguite nel XVII secolo. E di ciò potrà facilmente convincersi chiunque vorrà procedere ad un particolareggiato esame delle parti originarie della chiesa pisana ed in special modo delle due porte antiche aperte nei due bracci della nave trasversale formante l'asta piccola della croce latina. le due porte sono stilisticamente differenti. Nella porta a sinistra. abbiamo il solito tipo pisano quale si riscontra in tutte le chiese erette in Sardegna da artefici toscani o sotto l'influenza delle loro opere. Un architrave poggia su due pilastri stipiti con capitelli a fogliami e l'arco di scarico a fil di muro è contornato da una cornice vagamente ornata a fogliami, la quale poggia su due mensole decorate con teste umane. Niente di speciale e di notevole ad eccezione di un'accurata lavora- zione e di un pregevole sentimento artistico, palesantisi negli ornati dei capitelli e delle cornici scolpite con squisita eleganza. La lunetta è decorata con avanzi ornamentali collocati alla rinfusa, fra i quali è degna di considerazione una formella in cui havvi scolpito un modello di quella fauna simbolica, di cui compiacevansi gli artefici medioevali. Un'altra formella rettangolare è ornata di un fregio a girali d'acanto, opera decorativa di gusto classico tanto che si potrebbe ritenerla di fattura romana se non sapessimo che questo elegante motivo ornamentale venne copiato od imitato nel medioevo da artisti italiani.