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La cornice coi sottostanti archetti trilobati rincorre anche nei muri laterali. In quello a sinistra è aperta una graziosa porta gotica con arco acuto poggiante su capitelli ornati.

Abbiamo in questa chiesa le forme gotiche pronunciatissime, ma d'altra parte la struttura architettonica è sempre la romanica. Cambiamo gli archetti trilobati in altri a pieno sesto, la bifora gotica in altra a tutto sesto senza trafori e con colonnina sormontata da pulvino e questa del Carmine a Mogoro non differenzierà dalle altre chiese incluse pei primi due gruppi.

Questa chiesa venne poscia annessa ad un convento di carmelitani, d'origine relativamente moderna. Per tradizione si ritiene che originariamente fosse la parrocchia di Mogoro. Non so quanto in ciò ci sia di vero, giacchè non si conosce nessun documento che la riguardi e gli storici non ne fanno menzione.

Nell'architrave è incisa un'iscrizione che non è possibile decifrare per esser interamente abrasa. Per le linee stilistiche, per i motivi gotici, e per le forme di alcune lettere dell'iscrizione ritengo che la costruzione di questa chiesa possa attribuirsi ai primi del XIV secolo.


Queste forme decorative dovettero alla fine del XIII ed ai primi del XIV secolo estendersi nell' isola ed in special modo nella provincia di Cagliari.

Fra i pochi frammenti dell'antica chiesa di S. Francesco di Ca- gliari che tutt'ora ci rimangono internati in private costruzioni, è il frontone dell'antica facciata. In esso si svolge la caratteristica decorazione di fasci sagomati in cui gli archetti trilobati seguono la pendenza dei lati inclinati, mentre le basi poggiano sopra una cornice orizzontale.

Nella Cattedrale di Cagliari si riscontra nel prospetto della testata a sinistra della nave trasversale lo stesso motivo architettonico: probabilmente, a quanto si può congetturare da alcuni avanzi, questo svolgevasi anche nella facciata principale.

Malgrado ciò, non è il caso d'includere in questo terzo gruppo la nostra cattedrale, Sa Seu, come con termine catalano la si usa chiamar tutt'ora, giacchè questo nostro massimo tempio, che i mercanti pisani dedicarono alla Gran Madre di Dio quasi ad evocare nei Castel di Castro l'immagine della Madonna fulgente nella loro primaziale, presenta tante