Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/220

della Cattedrale di Pisa, giacchè nell'archivio di questo si conserva l'atto di concessione feudale ed enfiteutica del Convento di Plaiano, a cui era annessa la chiesa, ai monaci vallombrosani di S. Zenone.

Questi dati, messi a riscontro cogli elementi stilistici dell'edificio, c'inducono a ritenere che la Chiesa di S. Michele venne costrutta alla line del XI secolo.

Un'altra e più ampia conferma per parte del capitolo di S. Maria di Pisa ai monaci di S. Zenone risulta da altra scrittura del 1129, esistente nell'archivio dell'ordine.

D'allora in poi la chiesa ed il monastero rimasero ai vallombrosani, che riconobbero in ogni tempo i dritti riservatisi dal capitolo pisano, fra i quali quello di eleggere l'abate.

Il monastero ebbe periodi di splendore ed un suo abate intervenne alle corti celebrate del re Pietro IV d'Aragona nel 1305. Dopo l'abbandono dei monaci l'antica badia, come le altre più insigni di Saccargia, di Tergu, di Salvenero ecc. decadde. Crollarono le mura del convento e fu ventura se da tanta rovina si salvò la chiesa, la quale da Giulio II con la bolla del 81 Dicembre 1503 venne unita alla mensa vescovile di Ampurias e poscia con bolla pontificia del 17 Giugno 1585 applicavasi al tribunale del S. Ufficio di Sardegna.

Infine i suoi redditi assegnavansi con altra bolla del 7 Novembre 1769 allo spedale di Sassari, che vendette chiesa, monastero e terreno a privati, dai quali per non effettuato pagamento passò al Credito Fondiario Sardo, che usa la chiesa per deposito di attrezzi e per magazzeni.

E fu un bene che si pensasse d'usufruire l'antica chiesa, giacchè altrimenti, crollato il letto, sarebbero cadute anche le murature e di esse non si avrebbe avuto più alcuna traccia.

Nei pressi della chiesa sono imponentissimi ruderi, che attestano