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In S. Antioco di Bisarcio si riflettono anche nella loro esuberanza le forme ornamentali degli edifici di Toscana: i capitelli dei pilastri decorati con foglie d'acanto stilizzate richiamano le ornamentazioni di S. Cristoforo, di S. Giusto di Lucca e delle chiese pistoiesi.

Le grandiose bifore del portichetto non hanno riscontro in alcuna altra chiesa né in Sardegna nè in Toscana e le linee gentili preludiano a quelle forme, di cui si valse il rinascimento fiorentino.

Di un'eleganza sua particolare dovea esser questo portichetto, ora suddiviso in diverse parti da muricci eretti fra pilastro e pilastro. Per fortuna le aggiunte non furono tali da guastare permanentemente la bella architettura e, rimovendole ed aprendo le arcate laterali della facciata, la bell'opera, estrinsecazione squisita dovuta ad artisti geniali e provetti, risorgerebbe a muova vita.

Nelle pareti esterne dei muri lungitudinali rincorrono sotto la cornice di coronamento gli archetti pensili poggianti su mensoline di diverse foggie e scolpite con tecnica efficace.

L'abside di S. Antioco di Bisarcio è riccamente ornato di archeggiature impostantisi su esili colonnine, aventi capitelli corinzi squisitamente intagliati. Nelle lunette sono gli ornati a rombi degradanti con intarsi di trachite verde. Alcuni incavi a calotta sferica fra arco ed arco indicano che alla bella tribuna conferivano speciale attrattiva le coppe iridescenti.

Nel frontone sovrastante l'abside rincorrono, assecondando le falde