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di Kerchi e con Barisone, lo si può far risalire alla prima metà del XII secolo, in conformità alle conclusioni del Bonazzi, Il monastero di Tergu a cui era annessa la Chiesa di S. Maria fu, come si può desumere da tutti i documenti medioevali, il più illustre ed il più ricco dei conventi cassinensi della Sardegna.

Il Fara nella genealogia dei giudici di Torres scrisse: Costantinas De-Làcono Mariano patri in Iudicatu Turritano successit. Is anno circiter 1117 ecclesiam et monasterium SS. Trinitatis de Saccargia Ord. Camaldulensium S. Benedicti a fundamenti extruxit, et ecclesias S. Mariae de Cerigo, S. Mariae de Ardara in ampliorem formam redegit donisque ditavit1.

Altri documenti ricordano che anche il figlio Gonnario, pervenuto al giudicato, restaurava la chiesa ed in più maniere arricchiva il mona- stero di Tergu o di Cerigo.

Da questo monastero, avente il titolo abbaziale, dipendevano le molte chiese che l'ordine di Montecassino avea non solo nel giudicato di Torres, ma anche negli altri tre di Gallura, d'Arborea e di Cagliari.

Infatti nel Gattola (Hist. cassin. tom. I pag. 429) è riportato un documento nel quale sono enumerati i censi dovuti dai monasteri che l'ordine avea nell'isola, uno dei quali dovuto da Frate Landolfo, abate di S. Maria di Tergu, che s'intitola: legatarius in Sardinea ven. patris domni Pontis abbatis montis Cassinensis.

La prima bolla pontificia di conferma di detta chiesa risale al 1123 sotto il pontificato di Papa Callisto II2.

Quindi, tenendo conto che questa è una bolla di conferma, che perciò la concessione è anteriore e che i giudici donavano chiese non solo già costrutte ma circondate da casolari e da terreni con un nucleo di popolazione, per lo più di servi e d'ancelle, si può desumere quanta antica fosse questa chiesa e come sia attendibile la sua assegnazione alla prima metà del XI secolo.

Costantino e Gonnario nella prima metà del XII secolo l'ampliarono e l'ornarono ed a questo periodo dobbiamo assegnare la costruzione

  1. Fara, De Rebus Sardois, pag. 124.
  2. Tola, Cod. Dipt. Sard., Sec. XII, pag. 204.