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evidentissimo per la diversa lavorazione del paramento in pietra concia e per una risega sporgente dai 10 ai 12 centimetri.

Nella parte inferiore sono aperte tre finestre feritoie, mentre superiormente ne sono aperte altre due. Questi rilievi dimostrano che originariamente la Chiesa di Saccargia era bassa e disadorna. giacchè la sommità dei muri laterali giungeva alla linea della risega. Dovea essere a mio parere una delle solite chiesette romaniche, appena sufficiente per servire ai bisogni religiosi, abbastanza limitati. della villa o meglio della donnikalia di Saccargia, costituita da un nucleo di popolazione agricola addetta alla lavorazione dell'ischia fertilissima.

I camaldolesi che aveano già iniziato nel giudicato di Torres quella politica d'espansione che die' loro una preminenza sugli altri ordini, ottennero prima l'ubertosa vallata coi casolari e coi servi di Saccargia e poscia dalla pietà di Costantino l'ampliamento della chiesa e forse anche la costruzione del grandioso convento, di cui tuttora si ammirano le suggestive rovine.

Si fu allora che si scoperchio l'antica chiesetta, innalzandone i muri laterali e si demolì l'antica facciata, certo disadorna, per costrurne una nuova con forme che già fiorivano in Toscana e che preludiavano all'architettura del Duomo, del Battistero, di S. Paolo in Ripa d'Arno in Pisa, di S. Michele e di S. Martino in Lucca.

Contemporaneamente si elevò l'altro frontone, si costrusse l'abside corrispondente alla navata longitudinale e s'eresse la bella torre campanaria. Più tardi nel XIII secolo si affrescarono le pareti absidali e si esegui il portichetto, una costruzione originale che non ha riscontri nelle chiese di Toscana.

Questo portichetto fu il canto del cigno dell'arte toscana in Saccargia. Allontanati i camaldolesi, sparirono i vigili ed intelligenti custodi del sentimento artistico che avea inspirato le costruzioni di Saccargia, Caddero le brunite mura del monastero e la sfarzosa chiesa diventò. com'è presentemente, una filiale della parrocchia di Codrongianus. Abbandonata per tanti secoli alla mercè di contadini, nella sala della chiesetta si costrussero altarini di stucco, pulpiti di legno e collocaronsi quadri più che mediocri.

E fu ventura ch'essi non potevano disporre d'adeguati mezzi. giacchè indubbiamente le loro velleità artistiche sarebbensi manifestate con costruzioni ed aggiunte ben più perniciose per il monumento. Le