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direzione dei lavori di restauro mi è possibile presentare un esattissimo disegno di ripristinamento.

Lo scopo che indusse i monaci comaldolesi a far costrurre questo portico risulta evidente dall'uso stesso, cui presentemente è adibito. E per accertarlo è fuor di posto risalire alle regole liturgiche delle prime basiliche cristiane, venendo quest'aggiunta eseguita per soddisfare esigenze tutt'altro che spirituali e cioè per il bisogno di un riparo dalla pioggia e dal sole prima e dopo le funzioni religiose.


Nella sommità dei muri laterali e dell'abside svolgesi la cornice ad archetti pensili poggianti su mensoline; il paramento non è a grossi conci esattamente squadrati ma a piccoli cantoni calcarei alternantisi a grossi filari trachitici.

Ad un lato della bella chiesa fra la facciata e la capella traversale s'eleva la torre campanaria che è la più completa e più elegante costruzione di tal genere che si abbia in Sardegna.

Essa resta isolata dalla chiesa, essendo distante circa un metro dal muro laterale a sinistra. Un'arcata permette l'accesso al vano inferiore della torre, coperto da una volta a crociera gettata con cunei squadrati di pietra vulcanica. In essa è praticata una piccola apertura (bottola) per la quale si accede mediante scala in legno al primo ordine.

Diversi impalcati in legno sostenuti da travi incastrati nel muro con sollievo di mensole in pietra da taglio costituiscono i diversi piani della torre, comunicanti fra loro mediante scale in legno.

All'esterno abbiamo i quattro lati rivestiti con conci di calcare chiaro e di trachite scura a filari alternati. Quattro pilastri angolari rafforzano la massiccia costruzione, ingentilita da finestre che gli artefici resero più belle, più ricche e più svelte man mano che innalzarono le mura.

Incominciarono col rompere il massiccio della parte inferiore della torre con una stretta feritoia: più su il vano si allarga e diventa una vera finestra ad arco a tutto sesto, che assume una forma meno rude. Al piano sovrastante sono quattro finestre bifore, ciascuna per lato, ed infine nella cella campanaria quattro finestre trifore, in cui le colonnine sono sormontate da pulvini ornati colle stesse foglie che rilevammo nel capitello della finestra della facciata.