Pagina:Storia dell'arte in Sardegna dal XI al XIV secolo (IA storiadellartein00scan).pdf/168

cella campanaria i bronzi, forse fusi nelle officine di Lucca, sonavano a distesa, gli artefici pisani, i maestri della chiesa doveano narrare alle genti del Logudoro le speranze, le ansie, i pericoli, i caduti e la vittoria conseguita nel compimento del più bel tempio dell'isola. Ed a questi racconti di battaglie e di vittorie d'arte il pensiero degli ascoltatori dovea portarsi a quella città, da cui s'irradiava tanta vaghezza di forme, e seguire col pensiero le navi di Pisa, solcanti le azzurre acque del Tirreno dalla foce dell'Arno ai frastagliati lidi dell'isola a portar in questa colla poesia di Buschetto coi bronzi e colle iridescenti coppe votive, che nei tramonti dovranno riflettere gli ultimi raggi del sole, i marmi ed i porfidi di cui s'intarsieranno le alte pareti.

Per esser più esatti, Costantino non eresse ex novo la chiesa, ma ampliò, abbellendola, l'antica, intorno alla quale erano le case (domus) ed i fabbricati che indubbiamente doveano formare la donnikalia di Saccargia, menzionata in antichissimi documenti.

Si conosce infatti una bolla di Pasquale II colla data del 1414. colla quale i monaci camaldolesi ricevettero la sanzione apostolica per la riunione in una sola congregazione delle chiese e dei monasteri che possedevano in Italia, fra i quali è menzionato il monastero di Saccargia.

Anche il condaghe accenna ad un'ischia di Saccargia, che indubbiamente dovea esser abitata se Costantino e Marcusa vi fecero notte.

Ora questi nuclei di popolazione formavansi intorno a chiesette rurali, per lo più appartenenti ai giudici, a maiorales e molto spesso ad ordini religiosi.

Non è improbabile che la regale coppia, dopo aver implorato nella grandiosa Basilica di S. Gavino di Torres la grazia desiderata, siasi poi rivolta ai camaldolesi, facendo voto d'ampliare e d'abbellire la chiesa ed il monastero. Sta di fatto che questo ebbe da Costantino cospicue elargizioni, per cui l'ordine potè in seguito svolgere nel giudicato di Torres un'azione preponderante non solo nelle vicende religiose, ma anche in quelle politiche e sociali.

E per due secoli ancora la badia di Saccargia fu per l'isola non solo il tempio della fede, ma anche il centro luminoso da cui s'irradio la fiorente scuola di Pisa.

Poi vennero nuove genti, nuovi sentimenti: le svelte colonnine