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ed all'interessamento del Ministero dell'Istruzione Pubblica si deve se la volta ed il ridicolo cupolino poterono demolirsi, rinnovando l'antico coperto e le antiche lince secondo le traccie rinvenute durante l'esecuzione dei lavori.

Questi io ebbi la ventura di dirigere e durante il loro svolgimento, non scevro d'ansie e di pericoli, mi fu possibile di studiare estesamente il bel monumento dei giudici di Torres.

La disposizione planimetrica della chiesa è la basilicale primitiva senza navata traversale. Ha tre navi longitudinali, separate da due fila di colonne, e la centrale termina con un'abside circolare. Le due navate laterali sono coperte da volte a crociera con spigoli vivi e la centrale, come si disse, da un coperto sostenuto da cavalletti in legno a vista.

Molti scrittori, copiandosi del resto l'uno dall'altro, attribuirono alle colonne un'origine classica e cioè provenienti dalle rovine romane di Torres. Niente di più inesatto e per convincersene basta una superficiale disamina.

Le colonne sono tozze e costrutte con cantoni trachitici scuri. Questo materiale vulcanico, proveniente da cave vicine, non permette un'estrazione a grossi blocchi, per cui gli artefici, non potendo ottenere fusti d'un sol pezzo, dovettero servirsi di una muratura a cantoni, alla quale certamente non poterono dare le ristrette dimensioni che avrebbe consentito una proporzionata colonna.

I capitelli si dissero corinzi, mentre sono schietti romanici, scolpiti a grandi tratti ma con efficacia d'effetto. Sono sormontati da un grosso lastrone trachitico, che serve da abaco e da pulvino, e sopra di esso impostano le arcate sostenenti i muri della navata centrale.

I muri sono rivestiti in ambedue le pareti con conci trachitici scuri, il che insieme alla poca luce che trapela dalle esili feritoie produce anche nell'interno quell'impressione di scuro e di grave, che già si prova alla vista della chiesa dall'esterno.

Forse anticamente quest'impressione era diminuita, se non eliminata, dalle pitture, che doveano decorare le pareti. Di queste rinvenni nel muro terminale a lato dell'apertura dell'abside traccie debolissime si, ma sufficienti per poterle giudicare del XII secolo, se pur non furono coeve all'erezione della chiesa.

Indubbiamente le pareti dovettero essere affrescate nel XV secolo con dipinti che certo non costituirono l'ultima delle attrattive della