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vescovo di Pisa, Uberto, legato della Santa Sede, si tenne nel 1130 un concilio nazionale, in cui, presenti i presuli e gli abati dell'isola, si decisero le controversie da lungo vertenti fra il capitolo di S. Gavino e l'arcivescovo di Torres per alcune donazioni fatte da questi ai religiosi di Monte Cassino.

L'annalista del Liber judicum Turritanorum, rinvenuto recentemente dal Besta nell'archivio di Stato di Torino, ci dice che nell'altare maggiore di detta chiesa i giudici di Logudoro, assumendo il potere, giuravano la fedeltà del regno presenti i vescovi ei signori del giudicato turritano.

La chiesa s'erge sopra una collina all'estremità dell'abitato e domina il fertile piano che si estende fino ad Ozieri. Nella sobrietà delle sue linee essa apparisce grandiosa e suggestiva quest'impressione deriva dal suo completo isolamento e dal non aver ora alcuna appiccicatura alterante il primitivo aspetto.

Nel 1865 un parroco ignorante distrusse l'antico coperto in legname sostituendolo con una pesante volta e con un cupolino, che grottesca mente rompeva le linee prospettiche longitudinali.

Le deturpanti modifiche non solo avevano alterate le belle linee dell'antico monumento, ma aveano causato colle forti spinte un movimento rotatorio nei muri, che gli artefici medioevali innalzarono per sostenere pesi verticali.

Quest'errore venne riparato dal parroco attuale, alla di cui attività