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78 LIBRO SETTIMO — 1810.


Erano quelle ordinanze tanto severe che parevano dettate a spavento; ma indi a poco per fatti, o visti o divolgati dalla fama e dal generale istesso, la incredulità disparve. Undici della città di Stilo, donne e fanciulli (poichè i giovani robusti stavano in armi perseguitando i briganti) recandosi per raccorre ulivi ad un podere lontano, portavano, ciascuno in tasca, poco pane, onde mangiare a mezzo del giorno e ristorare le forze alla falica. Incontrati da’ vigilatori gendarmi de’ quali era capo il tenente Gambacorta (ne serbi il nome la istoria), furono trattenuti, ricercati sulla persona, e poichè provvisti di quel poco cibo, nel luogo istesso, tutti gli undici uccisi. Non riferirò ciò che di miserevole disse e fece una delle prese donne per la speranza, che tornò vana, di salvare non sè stessa, ma un figliuolo di dodici anni.

In un bosco, presso a Cosenza, fu sorpreso uomo canuto per veechiezza, che ad altro uomo, giovine a vedersi, magro per fame ed armato, dava poco vitto; era questo un brigante fuggitivo, e quegli il padre. Arrestati entrambo e dannati a morte, furono giustiziati nella piazza di Cosenza; e per dare alla pietà del vecchio il maggiore supplizio, si fece morir secondo, ed assistente alla morte del figlio.

Nel bosco di San Biase nacque di donna, che fuggiva col marito brigante, un bambino; e perchè intoppo al fuggire, e con gl’innocenti vagiti denunziatore del luogo che nascondeva i genitori, la madre portatolo di notte nella città di Nicastro, destò un’amica, le consegnò piangendo il figliuolo, e tornò al bosco. Ne’ dì seguenti saputo il fatto, il generale Manhes prese del bambino provvida cura, ma la pietosa nutrice fu per castigo uccisa. E qui mi arresto, chè l’animo non basta a narrare altri fatti i quali certificarono delle orribili minacce del generale essere l’adempimento certo, inflessibile, maggiore.

XXVIII. Lo spavento in tutti gli ordini del popolo fu grande, e tale che sembravano sciolti i legami più teneri di natura, più stretti di società; parenti e amici dagli amici e parenti denunziati, perseguiti, uccisi; gli uomini ridotti come nel tremuoto, nel naufragio, nella peste, solleciti di sè medesimi, non curanti del resto dell’umanità. Per le quali opere ed esempii viepiù cadendo i costumi del popolo, le susseguenti ribellioni, le sventure pubbliche, le tirannidi derivarono in gran parte dal come nel regno surse, crebbe e fu spento il brigantaggio. Questa ultima violenza non fu durevole: tutti i Calabresi perseguitati o persecutori agirono disperatamente; e poichè i briganti erano degli altri di gran lunga minori, e spicciolati, traditi, sostenitori d’iniqua causa, furono oppressi. Sì che di tremila, che al cominciare di novembre le liste del bando nominavano, nè manco uno solo se ne leggeva al finire dell’anno; molti