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74 LIBRO SETTIMO — 1809-10.

di polizia, che in atto e con seguito di magistrato curava la pubblica tranquillità. Ed ecco, al saperlo, gli uffiziali tutti delle guardie sollevansi in armi, fanno libero l’arrestato, arrestano il commissario, lo traggono a ludibrio per la via di Toledo, e giunti al luogo dove poco innanzi era seguito l’arresto del colpevole, astringono il magistrato a piegare a terra i ginocchi e dimandar perdono dell’ardimento. De’ due gravi misfatti che ho narrato, la pena fu nulla o lieve; si spargevano i semi di futuri disastri.


CAPO SECONDO.

Fatti di guerra e di brigantaggio, poi distrutto. La feudalità abolita. Sdegni nella regia famiglia.


XXV. Il re, dopo aver provveduto, a molte cose di governo si partì nuovamente per assistere allo sposalizio dell’imperatore de’ Francesi, che preparavasi con pompa eguale al suo genio altiero, non che al decoro della real donzella che toglieva per moglie, ed alle soperchianze grate a coloro che da private sorti pervengono alle altissime. Si celebrarono le imperiali nozze il 1°. di aprile del 1810 e furono (come il volgo suol dire) cometa maligna a Napoleone ed ai Napoleonici. Avvegnachè da quel giorno egli andando incontro ad uomini e cose che lo respingevano, non osando rivolgersi, non potendo fidare in cose ed uomini che aveva schernito, divenne dubbioso, sforzato e minore di sè stesso. II consolato a vita era necessaria transazione fra’ due secoli, cioè tra le persuasioni della moltitudine amante ancora di monarchia, e le persuasioni di non piccolo numero, avido di libertà, avidissimo di eguaglianza; era il legamento degl’interessi e delle speranze della vecchia civiltà con le speranze e gl’interessi della nuova. Quando il consolato cadde nell’impero, la grandezza del consolo, togliendo nome di re antico, dechinò; ma seco portando la perpetuità di quel governo e la stabilità degl interessi presenti, giovò e piacque: egli parve il re di nuovi uomini e delle nuove cose, e le pompe di maestà, apparenza sconvenevole a’ sensi de’ popoli non alla ragione.

Dal mutato nome venne il divorzio, dal divorzio il novello matrimonio. Il genio del secolo e la natura di quello impero volevano che il seme della novella stirpe fosse di donzella francese, ma poi che il trasse per sè e per altri Napoleonici dalle case regnanti di Alemagna, si avvilupparono fra le condizioni de’ vecchi re, ne divennero uguali per decadimento, inferiori nelle opinioni del mondo perchè a loro mancava il prestigio e la coscienza degli antichi, e solamente si alzavano sopra loro per forza d’ingegno che il tempo consuma, e per memoria delle passate fortune che il primo