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70 LIBRO SETTIMO — 1809.

ltri che visitavano le province. Giunse il dì 15 agosto, e mentre preparavano le cerimonie, potente flotta nemica facendo vela sopra la città, navigava nel golfo, ma nulla mutando alle cose, si aggiunse il presto armarsi delle nostre navi e delle batterie del porto. Alle tre ore dopo il mezzo giorno i legni nemici schierati a battaglia lanciarono sopra la città le prime offese, e la nostra armata poco forte, ma soccorsa dal lido, avendo gli alberi e le vele ornate e colorate a festa, andò incontro al nemico, guidata da Gioacchino sopra nave ricchissima, vestito (e fu la sola volta in sette anni di regno) da grande ammiraglio dell’impero. Si combatteva dalle due parti ed intanto nella bellissima riviera di Chiaja disponevansi a mostra i reggimenti della guernigione, ed al romor del combattimento echeggiavano le salve dei castelli ed i suoni festivi dell’esercito insino alla sera, quando il nemico, nessun danno avuto e nessuno arrecatone, prese il largo. Non mai ho visto in tante felicità di regno e di reggia lieto il re quanto in quel giorno, perocchè la fortuna tutti appagava i suoi desiderii, guerra, pompa, gloria, e lui solo spettacolo d’immenso popolo ammiratore.

XVIII. Egli ne’ mesi che restavano di quell’anno levò altri reggimenti di fanti e cavalieri, ordinò l’artiglieria ed il genio, regolò le amministrazioni militari, poco allontanandosi (e lo allontanarsi benchè poco fu errore) dagli ordinamenti francesi; avvegnachè l’esercito napoletano facendo parte della confederazione degli stati nuovi, ed avendo spesso a combattere, vivere, provvedersi tra schiere di esterne nazioni, doveva con gli eserciti compagni francesi, belgi, polacchi, over ordini e leggi comuni. Di questa prescritta uniformità si lamentava la presuntuosa Italia, e le dava odioso nome di servitù, non vedendo ch’era mezzo presente alla tanto bramata italica unione, e germe di futura indipendenza.

Ordinò armata marittima spinto dal suo genio per le militari cose, e dal patto fermato con l’imperatore Napoleone di costruire in un certo tempo quattro vascelli e sei fregate. Come la coscrizione per l’esercito, fu l’ascrizione per l’armata; si provvide con tre leggi alla guerra maritima, alle amministrazioni, alle costruzioni, e per queste ultime sì presero i modelli francesi, non forse perfetti e capaci di miglioramento; ma era divieto di Bonaparte il variare, benchè migliorando, le costruzioni dei legni da guerra, perocchè anteponeva, e saggiamente, ad ogni altra cosa la uniformità nel cammino, nella manovra e nel combattere.

XIX. Fu regolata l’amministrazione delle comunità soggettandola troppo a’ ministri del re. Era invero sì rilassata ne’ passati tempi che a reggerla si voleva freno di leggi e braccio di governo, ma faceva spavento l’uso del potere, perchè temevasi che trascorresse in abuso, e trascorse.