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LIBRO SETTIMO — 1809. 61

schierarono nella strada di Chiaja; stando il re sul trono la regina con la famiglia, i ministri, i grandi dell’esercito e della corte in separate lussureggianti tribune; alzato un altare alla diritta del trono, con sopra la croce e bandiere, e in seggiola ricchissima, con vesti e decoro pontificale, il cardinal Firao, Le compagnie destinate a ricevere dalla mano del re le bandiere, stavano in punto.

Cadeva stemperata pioggia, ma il militar contegno non sofferendo che fosse intoppo alla festa, il cardinale, al convenuto segno delle artiglierie de’ forti e delle navi, a voce canora ed intesa benedi le bandiere; e benedette, abbracciate a fascio, sotto la pioggia le recò al re, che le fece disporre in giro al trono; e quando per riceverle e giurar fede le compagnie, una dopo l’altra, si avvicinavano, il cielo serenò; che parve alla plebe augurio di futura felicità. Proseguì la festa: conviti, giuochi, spettacoli teatrali furono dati a’ legionarii; e si coniò per memoria una medaglia di argento, che aveva nell’una faccia l’effigie del re, nell’altra quattordici bandiere (quante erano le province) ordinate a trofeo, col motto: Sicurezza interna; ed attorno: Alle Legioni Provinciali, il 26 di Marzo del 1809. Le compagnie dopo ciò ritornarono alle province dove altre feste si fecero.

XI. Le deseritte apparenze di prosperità e di forza davano alla corte di Sicilia sdegno e timore, mentre i successi in Ispagna dell’esercito francese sdegnavano ed intimidavano le genti nemiche della Francia. Di là nuove alleanze, primi moti di guerra in Germania, e primi apparati di spedizione anglo-sicula contro il regno, le quali cose secondo che importa al mio subietto descriverò. Il dominio della Spagna, per inganni acquistato, non restò pacifico all’imperatore dei Francesi; ma scoppiarono tumulti e sconvolgimenti in varii luoghi di quel regno, e poichè gl’Inglesi infiammavano la superbia di quelle genti, e la sostenevano con armi e danaro, e poi navi e soldati, abbisognò a Bonaparte poderoso esercito per imprenderne la conquista. Egli stesso se ne fece reggitore, i più conti generali e duecento mila soldati lo seguivano. Marciò, così potente, sopra Madrid, incontrò le schiere spagnuole e le oppresse; e sempre procedendo ed occupando paesi e luoghi forti, uccise nemici a migliaja, ne fece prigioni un maggior numero, ma la guerra ingrandiva. Gl’Inglesi, quarantamila soldati, stavano fortificati nel Portogallo e nella Galizia; Bonaparte era a Madrid, le sue schiere andavano divise combattendo gli Spagnuoli, ed avendo per punto obbiettivo di guerra la città di Lisbona. Così al finire del 1808.

A’ principii dell’anno seguente una grossa schiera d’Inglesi, combattendo in Galizia, da Francesi fu vinta e incalzata alla Corogna; altri Francesi avanzavano sul Portogallo; gli Spagnuoli, do-