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220 LIBRO OTTAVO — 1820.

del mio tempo come di remoto secolo, e comunque io tema biasimo e minor fede dai contemporanei, ho speranza di ottenere credito e lodi dagli avvenire; perciocchè i racconti del presente chiamati nemicizia se offendono, adulazione se esaltano, e vendette, o parti, o fazioni, diventeranno istorici documenti quando il tempo avrà spento le passioni della nostra età.

LII. Erano quali io gli ho descritti i settarii, l’esercito, la milizia civile ed il popolo, quando la polizia prendendo novelle forme si unì al ministero della giustizia. L’accoppiamento poteva produrre che la polizia prendesse le rigorose norme delle leggi, ma invece i magistrati adottarono i modi arbitrarii della polizia; così volendo l’indole umana, impaziente delle sue catene quanto cupida d’imporne. Fu eletto direttore un tal Giampietro, assoluto, costante. I più veggenti pronosticavano politici sconvolgimenti; ma il governo, sia torpore di mente o di animo, li credeva impossibili, e viveva e reggeva alla spensierata. Se alcuno mai per zelo di carica o di patria rivelava i pericoli, n’era preso a sdegno e a sospetto, credendo unicamente a chi lodasse quello stato e presagisse felicità e sicurezza. I pericoli si avvicinavano, solo mancava l’occasione, come a preparato incendio la scintilla.

LIII. Indi a due mesi avvenne la rivoluzione di Cadice, e s’intese applaudita dai popoli d’Europa, riconosciuta dai monarchi: e poichè giurarono la costituzione delle cortes Ferdinando VII come re, Ferdinando I come infante di Spagna; e poco sangue, poche lacrime, nessun danno pubblico aveva costato quel rivolgimento, piacque il modo civile agli odierni amatori di libertà, e soprattutto ai Napoletani, avidi, come ho detto, di politico miglioramento, non già per muovere le proprietà ma per farle più stabili e sicure. Onde io credo che se la rivoluzione si mostrava col solito corteggio di mali e di pericoli, i nostri molti settarii e liberali l’avrebbono rigettata.

L’esempio della Spagna era potente su i Napoletani per la simiglianza tra i due popoli di natura e di costumi. Non mai tanto i carbonari sì agitarono nelle adunanze, non mai tanto crebbero di numero e di mole; e vedendo che la riuscita dell’impresa stava nel consentimento dell’esercito, si volsero in tutti i modi, infaticabilmente, a rendere settarii gli uffiziali e i soldati; molti, come ho detto, lo erano, moltissimi ne aggiunsero in breve tempo. Intanto il grido della rivoluzione di Spagna e ’l vantato eroismo di Riego e di Quiroga avevano quasi sciolta la coscienza delle milizie dalla religione dei giuramenti, e mutato in virtù lo spergiuro.

Fu sì grande nel regno il moto di libertà che L’assopito ministero si riscosse, e vista la congerie dei mali, pensando ai rimedii, ondeggiò lungo tempo tra il resistere o il cedere, e i rigori del