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LIBRO OTTAVO — 1818. 203

mestizia, ma curiosità e stupore; molti fra loro, antichissimi alla schiavitù, riducendosi alle famiglie, trovandole spente o rifatte da generazioni ignote alla memoria ed al cuore, ed essi già diversi da noi per usi, costumi, bisogni dell’acquistata barbara natura, ritornavano volontarii, ma franchi, alle terre africane.

XXXIII. Aveva Napoli antichi trattati di commercio con la Inghilterra, la Francia, ed antiche pratiche colla Spagna; queste non avevano data: quelli colla Gran Bretagna erano due di Madrid del 1667 e 1715, e tre di Utrecht del 1712 e 13; e colla Francia, uno di Madrid del 1669, altro de Pirenei del 1688, Napoli concedeva innumerabili benefizii alle tre bandiere, senza premii o mercede, come servitù a signoria. Per trattati novelli del 25 settembre 1816 colla Inghilterra, del 26 febbrajo 1817 colla Francia, e del 15 agosto dello stesso anno colla Spagna furono aboliti gli antichi, e si diede al commercio delle tre nazioni il ribasso del decimo de’ dazii che si pagano dagli altri legni stranieri o napoletani; perciò le mercanzie di qualunque luogo venendo a noi colle favorite bandiere, gran parte del commercio di trasporto e quanto di utilità e di forza ne deriva, ci fu rapito.

In settembre 1817 e gennajo 1818 fu assegnato il pagamento di cinque milioni di franchi al principe Eugenio Beauharnais, in ricompensa de’ beni da lui perduti in Italia, ne’ dominii che occupò l’Austria l’anno 1814, per noi servile omaggio a’ voleri della santa alleanza, ed all’affetto indiscreto che portava al già vicerè l’imperatore Alessandro.

Nell’anno istesso 1818 fu concordato con tutte le corti europee l’abolizione dell’albinaggio, nato nell’antichità quando lo straniero era tenuto barbaro e nemico, perciò universale in Europa, ed oggi per migliori costumi universalmente rivocato.

Nel dicembre 1819 si fece trattato col Portogallo, cagione di scandalo e sdegno pubblico. Le galere di pena chiudevano esorbitante numero di condannati, amaro frutto de’ continui sconvolgimenti del regno e della corruttela de’ tempi, peso alla finanza, cura e pericolo alla polizia. Fu convenuto dare al Portogallo, per trasportarli a Rio-Janeiro, i condannati a vita, e dipoi gli afflitti di pene a tempo, e perfino coloro che ne avevano tollerata gran parte. I commissarii del Portogallo, rifiutando i vecchi, gli storpii, gl infermi, ricercavano la sana gioventù come più valente a’ servili lavori. Il governo si vantava di pietà per aver fatti liberi que’ prigioni, benchè in altro emisfero: ma il sociale patto (che pure alcuno ve ne ha coi delinquenti) riprovava quell’atto, ed un secreto sentimento di umanità lo rendeva abominevole: dicevasi che, vietata nel mondo la tratta infame degli schiavi, si vedevano in Napoli uomini, nati liberi, andare a schiavitù, e per sordido risparmio dati in dono.