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174 LIBRO OTTAVO — 1815.

dell’interno, capo e sostenitore dell’accademia, non promosse la concorrenza, nè svelo gl’inganni. E perciò appare che tre ministri, dimentichi de’ doveri propri, giovassero al marchese Tommasi; ma, vergogna maggiore, que’ tre ministeri per intemperanza di regio favore erana fidati al marchese Tommasi lui stesso.

Gli errori e le frodi narrate apportavano piccolo danno all’erario per due qualità del ministro Medici, parsimonia allo spendere, fede agli impegni; perciocchè i talenti di lui; nulli o scarsi nelle dottrine della finanza, sono eminenti per le scaltrezze o i rigiri di banco, sì ch’egli ultimo finanziero, è il primo banchiere de’ nostri tempi. Il debito esterno sminuiva di giorno in giorno ed all’anno 1823 si estingueva; i pesi interni si pagavano esattamente. Si fondò la cassa di sconto, usata in Inghilterra, in Francia ed altrove, sicura dove le leggi fan certe le prosperità, utile se il denaro soprabbonda; alla quale fu impiegato un milione di ducati del banco di corte: così la finanza volgendo i privati depositi e gli altrui capitali a su profitto, con abuso di fede, ma nei tempi di pace senza danni o pericolo.

Deriva da quel che ho detto che la nuova finanza serbò le istituzioni del decennio; ma fu di natura meno avida, non infida, per credito migliorata, per alcune particolarità più disonesta. Mancavano ad entrambe le maggiori sorgenti di ricchezza, cioè le intraprese dell’industria privata collegate alla finanza pubblica; felice innesto che solamente alligna in paesi liberi, ma non si appiglia o presto muore sotto governi assoluti. Essendo grave all’erario il mantenimento dell’esercito tedesco, s’imprese a comporre il proprio esercito.

VIII. Un ministro di guerra sarebbe stato borbonico o murattista: fu creato un consiglio detto supremo, come antico quello di Vienna, composto dal principe reale don Leopoldo presidente, del marchese Saint-Clair vice presidente, e di quattro generali, due di ciascuna parte, consiglieri. Dell’esercito di Murat pochi soldati, come innanzi ho detto, restarano alle bandiere; e molti, pericolo alla tranquillità pubblica, disertarono: dell’esercito di Sicilia erano varie le schiere, variamente amministrate. I due eserciti ora uniti, testè nemici, avevano diversi gli ordini, l’indole, il vestimento; disparità che facevano deboli quelle milizie, e perciò ridurle a concordia di uomini e di cose doveva essere la scopo degli ordinatori.

Ma il supremo consiglio non era pari all’uffizio: inesperto alle pubbliche faccende, mirò (facil guida degli ingegni nuovi) alla perfezione ideale; blandi per ambizione il partito trionfatore; si perdè în gare di vanità che racconterò brevemente.

I due primi del consiglio: uno della famiglia, l’altro della casa del re, avevano passione e cure di corte; a quattro minori era dato