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138 LIBRO SETTIMO — 1814.

sua soggetta Lucia Migliaccio, vedova del principe di Partanna, madre di molti figli; di nobiie stirpe, di volgare ingegno, e per antiche libidini famosa. Ella moglie di altrui piacque a Ferdinando di altra donna marito, ed oggi, per fortuna vedovi entrambo, placar vollero i rimorsi della coscienza con matrimonio tardivo. Lo sacrarono privatamente come in segreto nella cappella della reggia, cinquanta giorni poi che fu nota la morte di Carolina d’Austria, duranti ancora nelle chiese dell’isola ed in qualcuna della città per la defunta regina gli ufficii funerei.

Ed altre cose sapevansi della Sicilia. Il re Ferdinando avea ripigliato il governo de’ popoli, giurata la costituzione dell’anno XII, aperto, disciolto, riaperto il parlamento, ragionando da re benigno, risoluto ad osservare e sostenere quel novello politico reggimento. Delle quali cose rallegravasi la Sicilia, e la fama narrando ed esagerando viepiù accendeva i nostri desiderii e la speranza di governo migliore. I carbonari tumultuavano, e Gioacchino temendo che opinioni così numerose, a lui contrarie, distruggessero la immagine della unanimità ostentata con gl’indirizzi, ammollì o finse di ammollire lo sdegno, propose accomodamenti alla setta, la inanimì, la fece audace. Lo stato morale delle due Sicilie nuoceva in doppio modo a Murat, che qui decadeva la sua potenza e ’l suo credito, là il credito e la potenza del nemico cresceva. Perciò egli che un mese avanti aveva bandito libero il commercio con quell’isola, ora, vedendo le sperate insidie convertirsi in pericoli, per novelli decreti lo impedì. Il re Ferdinando imitò l’esempio, i due stati tornarono come nemici.


CAPO QUINTO.

Fugge dall’Elba l’imperatore Napoleone. Gioacchino muove guerra in Italia; vinto da’ Tedeschi abbandona il regno. Ferdinando Borbone ascende al trono di Napoli.


LXXVI. Le feste in corte al cominciar dell’anno 1815 furono di tutte e precedenti più splendide, meno liete, perchè in Gioacchino i sembianti di sicurezza non velavano abbastanza le agitazioni dell’animo, nè l’apparente riverenza de’ ministri stranieri copriva la loro segreta avversione, e fra le allegrezze della reggia trasparivano le incertezze del futuro e le inquietudini. Gli apparecchi di guerra a comune maraviglia crescevano, i moti nella casa erano più grandi e più concitati, lo spedir de’ corrieri continuo, l’arrivo, la partenza de’ forestieri frequente quanto non mai. Ed ecco, dopo alcuni giorni di straordinario commovimento, giunge nuova che l’imperatore Napoleone, imbarcato. il dì 26 di fehbrajo a Porto Ferrajo, con mille soldati veleggiava, verso Francia. Il messo che a Gioac-