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10 LIBRO SESTO — 1806.

amanti di monarchia. De due Francesi, Miot, ministro per la guerra, aveva rinomanza di moderato; Saliceti, ministro per la polizia, di giacobino. I patriotti non favoriti ne’ primi impieghi, mormoravano; ma Saliceti, con le promesse e con la pompa della sua potenza, gli acchetò.

Si formò un reggimento di fanti ed appresso altri tre: e basti averlo accennato in questo libro, riserbandomi di trattar le cose militari de’ due re francesi nel regno di Gioacchino, essendo quello il luogo istorico. Si ordinò la polizia; delle facoltà del ministro, quella di arrestare e ritenere nelle prigioni, per prudenza di alta polizia, le persone accusate di delitti di stato, faceva offesa alla giustizia, spavento alla innocenza; ed era asprezza di governo nuovo, necessaria forse, ma terribile. Provvedendo agli offizii vacanti prevalsero nella scelta de’ giudiziari ed amministrativi i servigi prestati innanzi allo stato; di quei di polizia le libere opinioni ed i patimenti sotto il passato re: ma per tutti si voleva buona fama ed onesta vita.

XII. Giuseppe andò a visitare le conquistate Calabrie , e da quei popoli ebbe applauso di obbedienza non di affetto; perciocchè il merito di lui non era da moltitudine, mancandogli grandezza di persona, viso audace, e dir sicuro, alto e facondo. Lui assente, i ministri lasciati al governo della città diedero destino a’ militari fatti prigioni in Campotanese ed in altre parti del regno, decretando: libertà a chi giurò fede al novello governo, premii a’ traditori, prigionia a’ pochi rimasti saldi al giuramento, giudizio per il solo general Rodio. Rodio nel 1799 parteggiò, come dissi, per i Borboni negli sconvolgimenti civili degli Abruzzi, e, fortunato, guadagnò regio favore, larghi doni e grado di brigadiere nei regali eserciti; ma lordò il nome con le infamie dell’anarchia. Quando poi nel 1804 le armi francesi, a castigo del re Ferdinando ed a sicurtà di sua fede, tenevano gli Abruzzi e le Puglie, Rodio, detto dal governo commissario civile in quelle province, servì con zelo, impedì molti danni, contrastò le rapaci voglie degli occupatori, e, come è costume de’ polenti, gli ebbe nemici. La primitiva sua mala fama e le recenti nimicizie furono motivi al processo.

Motivi, non colpe. Onde a pretesto accusato di aver sommosso i popoli alle spalle dell’esercito francese, una commissione militare, che fu la prima nel regno, tribunale terribile, inappellabile, lo dichiarò innocente; ma certi Francesi nemici a lui più superbi, e per nazionale vergogna due Napoletani di grado e nome, fingendo non so quale pericolo di stato, indussero il governo a sottoporre Rodio a novello giudizio. La seconda commissione lo dannò a morte, e per fino il modo del morire fu acerbo essendo stato archibugiato alle spalle. Così quel misero in dieci ore fu giudicato due volte,