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LIBRO SETTIMO — 1813-14. 117

il re gli avvenimenti; stava per unirsi all’Austria, quando giunse in Napoli il duca d’Otranto Fouchè, già ministro mandato da Bonaparte a spiare in segreto l’animo di Gioacchino, ed a mantenerlo nelle parti della Francia; ond’egli, simulando la modestia e la collera di un disgraziato, diceva esser venuto a diporto; ma in privato a Gioacchino, per amor e servizio di lui.

Trattenutosi pochi dì, tornò a Roma. Restarono occulte le sue pratiche, ma dipoi osservate di Gioacchino l’arti doppie e ingannevoli, fu creduto che derivassero, oltra che dal proprio ingegno, da’ consigli del duca d’Otranto, tal uomo nelle universali opinioni da disdegnare per fino i successi che non fossero frutto di rigiri e perfidie. Lui partito, a mezzo dicembre del 1813, venne il conte di Neipperg legato dall’Austria, e convenendo col duca del Gallo trattatore per le parti di Napoli, fernarono a’ dì 11 di gennajo del 1814 lega fra i due stati. Scopo di essa, la continuazione della guerra contro la Francia per lo ristabilimento in Europo dell’equilibrio politico: e mezzi ad ottenerlo, dalla parte d’Austria centocinquantamila soldati, de’ quali sessantamila in Italia; dalla parte di Napoli trentamila; e da ambo le parti nuove milizie, se bisognassero. Capo delle schiere confederate il re di Napoli, e lui assente, il primo dell’esercito tedesco.

Riconobbero, l’imperatore d’Austria il dominio e la sovranità degli stati attualmente posseduti dal re di Napoli; il re di Napoli, le ragioni dell’Austria su gli stati d’Italia.

Convennero non fermare altra pace o tregua se non comune. L’imperatore promise l’opera e gli officii per pacificare Napoli con la Inghilterra, e co’ potentati di Europa, confederati dell’Austria.

Fin qui la parte pubblica del trattato. Per articoli secreti stabilivasi che l’imperator d’Austria s’impegnerebbe ottenere dal re Ferdinando Borbone le cessione del trono di Napoli a pro di Gioacchino Murat; il quale dalla sua parte rinunzierebbe alle pretensioni su la Sicilia, e coopererebbe, nella pace generale co’ sovrani di Europa, ad indennizzare il re Ferdinando del ceduto trono di Napoli.

Ed altro frutto dell’alleanza avrebbe Gioacchino, per lo accrescimiento a’ suoi stati di tanto paese romano che alimentasse quattrocontomila abitanti.

Le ratifiche al trattato pubblico e secreto si promettevano, dall’una e l’altra parte, sollecite.

LVII. Altro trattato che dissero armistizio, tra Napoli e la Inghilterra, fermarono al 26 gennajo dell’anno stesso il duca del Gallo e lord Bentinck, convenendo immediata cessazione di ostilità, libero commercio, accordo comune e con l’Austria su la