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100 LIBRO SETTIMO — 1813.

di Spagna; la reggente con animo e senno virile provvedeva e bastava a’ bisogni dello stato. Egli era sull’Oder non re, ma capitano, nè cittadino di Napoli, ma Francese; là stava ed afflitta la sua patria, là stavano in pericolo quelle schiere che gli avevano data e fama e trono.

Bonaparte, intesa la partenza di Murat dal campo, fece divolgarla nel Monitore (gazzetta di Francia) aggiungendo biasimi per Gioacchino, e lodi, che più a Gioacchino pungevano, del vicerè; avvegnachè quei due principi, l’uno più caro alla fortuna, l’altro all’imperatore, sentivano da lunga pezza gelosia tra loro e nemicizia. Nè per quelle pubbliche vendette ancor sazio lo sdegno di Bonaparte, scrisse alla sorella regina di Napoli ingiurie per Gioacchino, chiamandolo mancatore, ingrato, inetto alla politica, indegno del suo parentado, degno per le sue macchinazioni di pubblico e severo castigo. Ed il re a quel foglio direttamente rispose, e tra l’altro disse: «La ferita al mio onore è già fatta, e non è in potere di vostra maestà il medicarla. Voi avete ingiuriato un antico compagno d’armi, fedele a voi nei vostri pericoli, non piccolo mezzo delle vostre vittorie, sostegno della vostra grandezza, rianimatore del vostro smarrito coraggio al diciotto brumaire.

Quando si ha l’onore, ella dice, di appartenere alla sua illustre famiglia, nulla debbe farsi che ne arrischi l’interesse o ne adombri lo splendore. Ed io, sire, le dico in risposta che la sua famiglia ha ricevuto da me tanto onore quanto me ne ha dato collegandomi in matrimonio alla Carolina.

Mille volle, benchè re, sospiro i tempi nei quali, semplice ufficiale, io aveva superiori e non padrone. Divenuto re, ma in questo grado supremo tiranneggiato da vostra maestà, dominato in famiglia, ho sentito più che non mai bisogno d’indipendenza, sete di libertà. Così voi affliggete, così sacrificate al vostro sospetto gli uomini più fidi a voi, e che meglio vi han servito nello stupendo cammino della vostra fortuna; così Fouchè fu immolato a Savary, Talleyrand a Champagny, Champagny stesso a Bassano, e Murat a Beauharnais, a Beauharnais che appresso voi ha il merito della muta obbedienza, e l’altro (più gradito perchè più servile) di aver lietamente annunziato al senato di Francia il ripudio di sua madre.

Io più non posso negare al mio popolo un qualche ristoro di commercio a’ danni gravissimi che la guerra marittima gli arreca.

Da quanto ho detto di vostra maestà e di me, deriva che la scambievole antica fiducia è alterata. Ella farà ciò che più le aggrada, ma qualunque sieno i suoi torti, io sono ancora suo fratello e fedel cognato.

Gioacchino.»