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LIBRO QUARTO — 1799. 253

e ferito in Napoli, Manthonè con tre mila soldati giunse appena alla Barra; e dopo breve guerra soperchiato da numero infinito, percosso da’ tetti delle case, menomato d’uomini, tornò vinto. Tumultuava la città; messi di Castellamare annunziarono che per tradimento bruciava l’arsenale; ma poi seppesi che, sebben vera la iniquità, fu l’incendio, per zelo delle guardie e per venti che spiravano propizii, subito spento. Si udivano in città nella notte gridi sediziosi, e serpevano spaventevoli nuove di preparate stragi e di rovine.

Bando del governo prescrisse che al primo tiro del cannone dal Castelnuovo i soldati andassero alle loro stanze, le milizie civili agli assegnati posti, i patriotti a’ castelli della città, i cittadini alle proprie case; che al secondo tiro, numerose pattuglie corressero le strade per sollecitare la obbedienza a que’ comandi; e al terzo, fossero i contumaci dalle pattuglie medesime uccisi stando il delitto nella disobbedienza, la pruova nello incontro per le vie, la giustizia nella salute della repubblica. Poscia tre nuovi tiri del castello, non come i primi a lungo intervallo ma seguiti, annunzierebbero la facoltà di tornare alle ordinarie faccende. Provato il bando nel seguente giorno, fu L’effetto come la speranza, grande il terrore, deserte le vie, mestissima la faccia della città: città vasta e vuota è come tomba.

Schiere ordinate di Russi e Siciliani, secondate da stormi borbonici, assalirono in quel giorno medesimo, 11 di giugno, il forte del Granatello intorno al quale attendevano le milizie di Schipani, mille uomini o poco meno, soccorsi da navi cannoniere che l’ammiraglio Caracciolo guidava con animo ed arte ammirabile. Il campo non fu espugnato; il generale restò ferito, menomarono i soldati; accampò l’oste nemica incontro al forte. Cosicchè nella notte, disposti d’ambe le parti gli assalti e le difese, il generale Schipani avendo stabilito di ritirarsi nella città, inviò tacitamente ai primi albori numerosa compagnia di Dalmati alle spalle de’ borboniani, che, però sorpresi e sconcertati, diedero a Schipani opportunità di uscir dal campo, combattere, spingerli sino alla chiesa parocchiale di Portici, e aver certa ritirata sopra Napoli. Ma in un subito que’ Dalmati spauriti o sedotti nella mischia, mutando fede e bandiera, si unirono a’ Russi; ed accerchiando la piccola tradita schiera dei repubblicani, dopo molte morti e ferite, arrecate, sofferte, la presero prigione.

XXXII. Ma il cardinale procedeva lentamente per meglio stimolare all’aspetto di ricca città le avide voglie delle suo turbe alle quali avea promesso licenza e sacco, e per aspettare il dì festivo già vicino di sant’Antonio; avvegnachè per i miracoli del sangue praticati in grazia di Championnet, di Macdonald, del direttorio