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206 LIBRO TERZO — 1799.

carono al convenuto luogo; le parole di riconoscenza fallarono; e, destato all’arme il presidio, salvaronsi appena con la fuga. Comandava la fortezza Niccolò Caracciolo, grato al popolo perchè fratello del duca di Roccaromana; e la guardavano centotrenta làzzari dei più fidi, guidati da Luigi Brandi, lazzaro ancor esso e ferocissimo; era il Caracciolo nella congiura de’ repubblicani. Concertò che nel primo mattino del 20 andasse al castello inattesa ed inerme, come a rinforzo del presidio, piccola mano di congiurati; giunse il drappello, dicendosi mandato dal popolo; avvegnachè tutti gli ordini, preti, frati, nobili, magistrati, combatterebbero in quel giorno, contro i Francesi, da’ castelli, dalle mura e nel campo; e ch’ei venivano inermi perchè, certi di trovar armi nelle armerie del forte, avevano date le proprie a coloro del popolo che ne mancavano. Il bel dire piacque agli ascoltatori; e ’l numero piccolo e disarmato non movendo sospetti, fu il drappello accolto con suoni militari, e provveduto d’armi trionfalmente. Indi a poche ore il castellano rammentando la comparsa de’ giacobini nella scorsa notte, comandò che numerose pattuglie girassero intorno alle mura, ed elesse a guidarle lo stesso Brandi. Uscirono. Dipoi prescrivendo che le ascolte fossero doppiate, pose a fianeo di un popolano un congiurato. Richiamò dalle pattuglie il solo Brandi per conferire di materia gravissima; ed appena giunto, chiusagli indietro la porta ed afferratolo fu menato tacitamente in profondo carcere. Così orbato del capo il presidio de’ lazzari, bastarono pochi arditissimi ad opprimere i resti; perciocchè, fatto, segno, le ascolte de’ congiurati impugnarono le armi sul petto alle vicine; gli altri assalirono i lazzari che andavano sicuri ed inermi per il castello; l’ardire e la sorpresa prevalsero; e in breve ora i centotrenta del popolo furono cacciati dalle porte, o chiusi in carcere da soli 31 repubblicani; altri repubblicani al concertato segnale, accorsero; e da quel punto il castello fu conquista della parte francese senza che stilla di sangue si spargesse. I lazzari discacciati e quegli usciti a pattuglia col Brandi narravano le patite ingiurie, ma non creduti perchè ancora la bandiera del re sventolava sula rocca, e perchè il vero che spiace, tardi è creduto. Il generale Championnet fu avvisato dei successi.

XLV. Il giorno innanzi de fatti di Santelmo, torme di popolo uscite in armi dalla città assalirono il posto francese a Ponte-rotto; lo espugnarono, e procedendo valicarono il finme Lagni; ma da maggiore schiera incontrate e battute, ritornarono. L’oste francese, quel giorno stesso 19 di gennajo, levò i campi ed attendò più presso a noi tra Sarno e Aversa per aspettare la mezza brigata mossa di Benevento sotto il colonnello Broussier, il quale al passaggio che faceva delle strette Caudine, note col nome di Forche per la sventura e la vergogna romana, visto in cima delle convalli e nelle bos-