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150 LIBRO TERZO — 1793.

lità poco innanzi stabilita con La Touche) che il re di Napoli aggiugnerebbe nel Mediterraneo quattro vascelli, quattro fregate, quattro legni minori e seimila uomini di milizia, a tanti legni e soldati della Inghilterra, quanti insieme componessero armata superiore a quella del nemico; onde far sicuri i dominii e ’l commercio delle due Sicilie. AI qual trattato aderendo i potentati legati in guerra con la Gran Brettagna, si trovò Napoli unito alle vaste interminabili confederazioni europee contro la Francia. In mezzo a tante forze navali, legni sottili barbareschi, navigando arditamente i nostri mari, predavano barche, rubavano su le marine, impedivano e danneggiavano il commercio; per lo che i capi delle navi mercantili dimandarono di andare armati; ma il governo che in ogni congrega d’uomini già vedeva un club di ribelli, temè di armarli, e l’utile offerta fu ricusata. Vennero i Tunisini a far prede nel canale di Procida.

CAPO SECONDO.

Guerre aperte co’ Francesi; e paci; e mancamenti. Sospetti di regno; cause di maestà. Casi varii di stato e di fortuna.

X. La lega con la Inghilterra, non appena fermata, fu posta in atto. Tolone, città francese e fortezza, con arsenali, magazzini pieni, venti vascelli ancorati nel porto, e legnami e materie per costruirne altrettanti, artiglierie poderose e molte, armi infinite, ricchezze ed uomini, si diede per tradigione alle forze inglesi che bordeggiavano nella gran rada. Ciò fu a’ 24 di agosto di quell’anno 1793; e subito accorsero alla preda Spagnuoli, Sardi e Napoletani con gli uomini e le navi promesse nell’alleanza. Il cittadino Makau, intimato dal governo di Napoli a partire perchè ambasciatore di potentato nemico, visto salpar le flotte per Tolone, senza dichiarazione o cartello alla sua repubblica, mosse sdegnato verso Francia, conducendo seco le due donne Basville, orbate miseramente dal popolo di Roma di Ugo Basville, padre dell’una, marito all’altra, meste, abbrunate; incitamenti alla pietà e alla vendetta. Intanto navigavano per Tolone le milizie napoletane sotto l’impero del maresciallo Fortiguerri, e dei generali de Gambs e Pignatelli; e, la giunte, obbedivano al generale O-Hara spagnuolo, capitano supremo in quella guerra. Venivano a stormi dai paecsi della Francia le milizie della repubblica, e dall’opposta parte crescevano i munimenti e le opere della fortezza; il servizio d’armi facevasi dai collegati per ugual giro; e i Napoletani, non mai da meno delle altre genti, ebbero ventura di miglior fama sul monte Faraone, e nel difendere il forte Malbousquette. Stavano nella città da quattro mesi, e non pareva cominciato l’assedio, benchè il combattere fosse continuo; quando