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126 LIBRO SECONDO — 1789-00.

ne’ due sposi la maturità degli anni. La regina fu paga di que’ più stretti legami con la sua casa; le feste nella reggia de’ Cesari furono grandi; e, ad accrescerle, il nuovo imperatore Leopoldo andò a coronarsi re di Ungheria, corteggiato nella cerimonia da Ferdinando e Carolina di Napoli; a’ quali gli Ungheresi, poi ch’ebbero onorato il proprio re, fecero allocuzione in latino, laudandoli delle eseguite riforme a pro de’ popoli, e facendo udire il nome di San Leucio. Tanto lunge si spande la buona fama o la infamia dei principi.

CAPO TERZO.

Rivoluzione di Francia e suoi primi effetti nel regno di Napoli.

XXXV. Già turbava, nell’anno 1790, la quiete de’ principi e delle genti la cominciata rivoluzione di Francia, per la quale tanto mutarono le regole del governo che avresti detto in Napoli altro re, altro stato; e perciò in due libri ho distribuito il regnare di Ferdinando IV, come che procedesse continuo sino all’anno 1799: Le varietà della politica napoletana tornerebbero incredibili, disgiunte dalle cose di Francia; a raccontar le quali, benchè a’ dì nostri per altri libri e racconti conosciute, io (sperandomi alcun lettore nella posterità) credo far lavoro non disgrato a’ presenti, giovevole agli avvenire. E ciò premesso, imprendo a dire con quanta potrò brevità e pienezza i principii di quel rivolgimento, e ’l suo stato al finire dell’anno 1790 quando in Napoli si pervertirono l’impero e l’obbedienza.

I disordini dell’azienda francese cominciati nei tempi di Luigi XIV, cresciuti sotto i re successori, erano sentiti gravissimi nel regno di Luigi XVI l’anno 1786, e bisognando a riparo d’imminente rovina scemar le spese, abolire o stringere i privilegii, accrescere le taglie comuni, si opponevano ora gli usi ed il lusso della reggia, ora la baldanza del clero e della nobiltà, ora il timore del popolo. Tutto dì, come suole nello scompiglio di uno stato, mutavano i ministri; e la novità, sollevando il credito e le speranze, ristorava il tesoro pubblico; ma poco appresso cadevano più basso il tesoro, il credito, le speranze, il ministro. Il re chiamò in consiglio i notabili; sette principi o regali, cinque ministri, dodici consiglieri di stato, trentanove nobili, undici ecclesiastici, settantasei magistrati ed uffiziali; in tutto centocinquanta consiglieri. Convennero in Versailles al cominciare dell’anno 1787; il re, dicendo egli stesso voler seguire in quella adunanza l’esempio di parecchi re francesi, ed essere suoi disegni accrescere le entrate dello stato, renderle sicure e libere, affrancare il commercio, sollevare la povertà