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XXIV. Il Torracchi compie qualche opera utile; ma sotto lui il Collegio decade. — Gli succede il Ferroni, che lo rimette in fiore; ma i tempi si fanno difficili. — Il Vescovo Scipione Ricci, e il Sinodo di Pistoia. — Il Ferroni gli ubbidisce a metà. — Tumulti in Prato contro il Vescovo; i contadini saccheggiano il palazzo vescovile — Fine di Monsignor Ricei.

XXV. Mutazioni di governo in Toscana. — Caduta dei Francesi, e armamenti in Prato. — Condotta del Ferroni fra le vicissitudini politiche. — Mantiene in onore gli studi, e forma alcuni buoni allievi. — Ricuperai beni sequestrati iu Roma, e fa eseguire dall’architetto Valeolini la uuova porta d’ingresso. — Non è sua colpa se negli ultimi suoi anni diminuisce il numero dei Collegiali. — Nel 1807 il Ferroni è nominalo Canonico di S. M. del Fiore.


CAPITOLO QUINTO


Il Collegio dalla dominazione francete fino al Rettore Giuseppe Silvestri.

(1807-1831)


XXVI. Vien Rettore Attilio Fiascaioi, Vescovo di Colle quindi d’Arezzo. — Sua avversione alle idee nuove. — Cessa il regno d’Etruria, e la Toscana diventa provincia francese. — Giuota di governo in Firenze, della quale fa parte il filosofo Degcrando, ed è segretario Cesare Balbo. — Meriti e torti del governo francese.

XXVII. Il Fiascaini si piega suo malgrado agli ordini del governo. — La lingua francese è fatta obbligatoria nei Collegi di Toscana, ma per grazia di Napoleone vi si continua ad insegnare anche l’italiana. — Il Degerando visita il Collegio, del quale si temeva la soppressione. — Vico nominato un maestro di lingua francese di sentimenti contrari al Fiascaini. — Dimostrazione degli scuolsri contro il maestro francese . — Lettera del Direttore generale di polizia al Fiascaini. — Il Rettore dell’Università di Pisa tenta la conciliazione. — Il Fiascaini è destituito. — Buoni allievi usciti dal Collegio solto il Fiascaini.