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a quello che il diacono avea domandato. Onde ei finalmente, siccome era, d’umanissimo cuore, dalle preghiere e lagrime loro vinto, porse al diacono l’usbergo, l’elmo, gli schinieri ed il restante delle armi, e così in persona sua lo mandò alla battaglia. Era lo stesso diacono della sua medesima statura e andamento, di modo che uscendo armato dal padiglione, fu creduto da tutti esser esso il re Cuniberto. Allora s’appiccò la zuffa, e di ogni parte si combatté con grandissimo accanimento. Onde Alachi intento maggiormente al luogo ove credeva essere il re, nell’atto che stimò di uccidere Cuniberto ammazzò invece Zenone diacono. Perciò quando diede ordine che gli fosse troncata la testa, affinchè con questa, sollevata sopra una picca, si rendessero grazie al Signore, cavatogli l’elmo s’accorse d’aver ammazzato un chierico. Allora furibondo: Ahi! disse, nulla feci io, se ho fatta tal guerra per uccidere un chierico. Or dunque voglio far voto, se Dio nuovamente mi darà vittoria, d’empiere un pozzo di membri di chierici.