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dei fatti de’ langobardi |
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tadini Bresciani, non che da molti altri fra i Langobardi. Costui postergati i grandi benefizj, de’ quali avealo colmato il re Cuniberto, e conculcato eziandio il giuramento con cui aveva promesso d’essergli fedelissimo, trovandosi assente il detto re Cuniberto andò ad occupare il regno di lui, e la reggia stessa posta nella città di Ticino. La qual cosa udita da Cuniberto dal luogo dove trovavasi, riparò ad un’isola, la quale è situata nel lago del Lario in vicinanza di Como, ed ivi validamente fortificossi. Allora insorse grande tribolazione in tutti quelli che amavano il re, e massimamente nei sacerdoti, e nei chierici, i quali tutti erano in odio di Alachi. Era a quel tempo vescovo della Chiesa Ticinese un uomo di Dio di nome Damiano, in santità segnalato e nelle arti liberali a sufficienza istruito. Questi vedendo che Alachi avea occupato ivi il palazzo, affinché non facesse patire nè ad esso, nè alla sua Chiesa qualche sinistro, inviogli Tommaso suo diacono, uomo religioso e sapiente, per cui trasmise nello stesso Alachi la benedizione della sua santa Chiesa. Essendo perciò annunziato ad Alachi che Tommaso diacono se ne stava dinanzi alla porta, e che arrecava la benedizione del vescovo, Alachi, che come dicemmo, aveva tutti in