Pagina:Storia dei fatti de Langobardi - vol 2.djvu/68


libro v. 49


CAPO XXXIII.

Morte del re Grimoaldo, ritorno e regno di Bertarido.

Ma il re Grimoaldo, il nono giorno dopo una flebotomia1, stando nel suo palazzo, dato di piglio all’arco mirò a ferir una colomba colla saetta, dal che avvenne che la vena del braccio si ruppe. Onde i medici, avendo a lui medicine avvelenate apprestato lo privarono tostamente di vita. A. D. 671. Costui aggiunse quei capitoli di legge, che gli parvero utili, all’editto composto dal re Rotari2. Gagliardissimo egli era di membra, sommo in audacia, testa calva, folta barba non meno di mente che di forze dotato3. Fu sepolto il suo corpo nella basilica del

  1. Dopo una cavata di sangue.
  2. Intorno a questo editto Ved. la prima parte della nostra versione pag. 246.
  3. Aggiungasi: avea le virtù e i vizj de’ più grandi conquistatori. Per questi, condotto da un traditore, entrò armato nel regno, violò i diritti domestici, prima esiliò, poscia, contro la santità delle promesse, tentò l’assassinio del proprio ospite: per quelle fu punitor dei ribelli, vincitore dei nemici, umano nel silenzio delle passioni e dator di leggi, per quanto lo comportavano i tempi, ragionevoli e giuste.