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libro v. capo xxix. 43

lo diresse a suo figliuolo Romoaldo in Benevento, e gli comando che gli concedesse luoghi d’abitare unitamente al suo popolo. E Romoaldo lietamente gli accolse, ed assegnò loro spaziosi terreni per abitare, i quali fino a quel tempo erano rimasti deserti, cioè Sepiano1, Boviano, Issernia, ed altre città coi loro territorj, ordinando, che il predetto Alzecone, cangiato il nome della dignità di duca, si chiamasse Gastaldo2. Ed anco

  1. Di questi tre luoghi si ha contezza nell’antica Storia Romana. Sepiano, detto da Livio Frontino, e da Plinio Sepinum, e da Tolommeo Saepinum, era situato presso la sorgente del fiume Tamaro, ora Supino nel contado di Molise, Boviano, castello, di cui si fa memoria in T. Livio (lib. 9), si conosceva fin dall’anno 439 di Roma, e 314 prima di G. C. Da alcuni scrittori si chiama Bobianum, e corrottamente Babiano (ora Bojano in Abruzzo), e sta presso la sorgente del fiume Tiferno, volgarmente Biferno. Finalmente Isernia, detta da’ Latini Æsernia o Esernia (ora Sergna o Isergna dell'Abruzzo), è situata sulla riva sinistra del Volturno. Queste memorabili città erano capi di colonie romane, come si può vedere ne’ citati storici. Chi dunque ha distrutti gli abitatori e ridotti questi luoghi a deserto (come nota il nostro autore)? La fame, la peste, il terremoto o la guerra?
  2. Gastaldi erano i ministri, i procuratori ed economi del re, i presidenti ai poderi, ai boschi ed all’entrate del regio fisco, come si ha dalle leggi longobarde: Gastaldius est actor regis, quello che noi diciamo propriamente fattore. In senso traslato dicia-