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24 | dei fatti de’ langobardi |
suonare le trombe, poscia animosamente si slanciò sopra i nemici. E mentre entrambi gli eserciti con grande accanimento pugnavano, uno dell’esercito del re, detto Amalongo, il quale era solito portare l’asta, percotendo d’ambe le mani colla medesima asta un certo Grechetto1, lo trasse dalla scella, sovra cui cavalcava, e lo sollevò alto nell’aria sopra la propria testa. Il che vedendo l'esercito de’ Greci, preso da immenso spavento si diede alla fuga, finchè compiutamente disfatto, col fuggire a sè procacciò morte, ed a Romoaldo ed ai Langobardi vittoria. Così Saburro, il quale erasi millantato di recare al suo imperatore il trofeo della vittoria sui Langobardi, ritornando con pochi de’ suoi, ne riportò invece ignominia. Romoaldo poi, vincitore de’ suoi nemici, trionfante tornossene a Benevento, ove, dissipata la paura dell’inimico, al padre contento, e agli altri apportò sicurezza.
- ↑ L’originale: Grueculum. Mi si permetta la novità della parola, da me usata per la fedeltà dovuta all’autore.