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libro v. 23


CAPO X.

Come Romoaldo sconfisse Saburro mandato dall’imperatore con ventimila soldati.

Ma dappoiché l’imperatore giunse a Napoli, uno de’ suoi ottimati, per nome Saburro, gli domandò ventimila soldati, promettendo di azzuffarsi con Romoaldo e di riportarne vittoria. Costui perciò, ottenuto l’esercito, e giunto ad un luogo che si chiama Forino, ivi accampossi. La qual cosa udita da Grimoaldo, arrivato già a Benevento, voleva egli subito andargli contro: quando Romoaldo suo figliuolo gli disse: Non è bisogno, ottimo padre mio, che tu ti mova1; basta solo che tu mi conceda una porzione del tuo esercito. Io con l’ajuto del Signore combatterò con esso, e quando avrò vinto, maggiore si farà la gloria della tua potenza. Così fu; poichè presa egli una parte delle falangi del padre, e parimente alcuni dei suoi, si rivolse contro Saburro. Prima di venir a battaglia, da quattro parti fece

  1. Il nostro testo: non est opus, sed tantum etc. Altri: non est opus, pater optime, te proficisci, sed etc. Noi abbiamo seguito quest’ultimo.