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libro v. capo viii. 21

alle mura della città, minacciando di dargli morte, se avesse fatto parola a Romoaldo, oppure ai cittadini della venuta di Grimoaldo; anzi gl’intimò di affermare, non poter esso in alcun modo venire. La qual cosa promise di fare come gli fu comandata. Ma quando fu prossimo alle dette mura, disse, che bramava di veder Romoaldo; e questi essendo subito sopraggiunto, così l’ajo gli favellò: sii costante, o mio signore Romoaldo, e non ismarrirti nella tua speranza; perchè tuo padre è già per arrivare a darti soccorso. Sappi, egli è collocato con un valoroso esercito sul fiume Sangro1: solamente io ti supplico di usar misericordia a mia moglie ed ai miei figliuoli; poichè questa perfida gente non mi lascierà in vita. Ciò detto per comando dell’imperatore gli fu tron-

    guente supposizione: cioè, che, dopo dato l’ostaggio tra i Greci e i Longobardi, si fosse pattuito, che se passato un certo tempo Grimoaldo non fosse giunto con alcun soccorso, Romoaldo si avrebbe arreso con tutti i suoi; perciò i Greci, i quali aveano preso Gesualdo colla frode loro connaturale, minacciandogli morte, lo condussero alle mura, affinchè asserisse che il re non poteva in alcun modo venire.

  1. Altri: Sacrum. Il Sangro o Sagro nasceva alle falde degli Apennini, passava sotto le mura della città d'Alfedena (lat. Anfidena) e scaricavasi in mare poco distante da Ortona, dalla parte di mezzogiorno.