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libro v. capo vi. 17

cò alla città di Taranto1. Ma prima di tutto andò a visitare un certo eremita2, che di spirito profetico diceasi dotato, e diligentemente lo interrogò s’egli avrebbe potuto vincere e soggiogare la nazione de’ Langobardi, che abitava in Italia. Ed avendo quel servo di Dio domandato il tempo di una notte per consultare sopra la stessa cosa il Signore, fattosi giorno così rispose ad Augusto3: La nazione Langobarda ora non può essere più vinta da chicchessia. Dopo che una certa regina venuta da una provincia straniera fondò la basilica di s. Giovanni Battista nel territorio dei Langobardi, lo stesso Santo, mercè di questo, intercede continuamente per loro. Ma verrà il giorno, in cui questo medesimo tempio sarà profanato4, e allora perirà tutta quella nazione. Il che noi abbiamo conosciuto dover accadere5; perchè prima della ruina dei Langobardi, vedemmo la stessa basilica del beato Giovan-

  1. L’originale: Tarentum applicuit.
  2. L’originale: Solitarium.
  3. Nell’edizione ossensiana trovasi espressa con assai più minute circostanze la profezia dell’eremita; ma noi stiamo fedeli al nostro testo.
  4. Ipsum oraculum despectui habebitur.
  5. Nell’originale è oscurissimo il senso: Quod nos ita factum esse probavimus, quia etc.