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libro v. capo iii. | 13 |
promettendogli spontaneamente, che nessun male gli avrebbe fatto, purchè sulla sua fede fosse venuto. Udita tale promessa del re, Unulfo incontanente venne a palazzo, e prostrato ai reali suoi piedi, fu interrogato dallo stesso quando e come Bertarido avesse potuto scappare. E poichè Unulfo gli narrò per ordine tutte le cose, il re encomiata la sua fede e la sua prudenza, gli concesse benignamente tutte le sue facoltà, e tutte le altre cose che potevangli appartenere.
CAPO IV.
Come Grimoaldo mandò Unulfo e il cameriere di Bertarido al medesimo Bertarido.
Avendo ricercato alquanto tempo dopo il re ad Unulfo: ameresti tu ora di trovarti con Bertarido? Egli rispose: giuro, che vorrei piuttosto morire con Bertarido, di quello che vivere altrove nelle delizie più amabili della vita. Poscia il re stesso domandò
de del Greco vendicativo violò pur troppo questa religiosa pietà:
Hic Hecuba, et natae nequiequam altaria circum
Praecipites atra ceu tempestate columbae
Condensae, et divum amplexae simulacra teneþant. (Ibid. v. 515),