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vita innocente, e per la sua cristiana perfezione, quando passò da questa vita, era dai suoi monaci tenuto in concetto di santo.

Erchemperto dice, che ai tempi del re Desiderio Paolo Diacono fioriva nell’arte grammaticale. Dalle quali parole, se non vuolsi intendere, che Paolo fosse pubblico maestro di lingua latina appresso il re nella città reale di Pavia, come piace ad alcuni, si conosce almeno ch’ei possedeva la maniera di ben parlare e bene scrivere latinamente.

Molte furono sì in versi che in prosa le opere di lui; e molte altre nobili fatiche di questo insigne letterato (come affermano il Padre Arnoldo Wion e Gio: Battista Mari) e in versi, e in prosa aspettano di venire cavate dalla polvere e dalle tenebre, per servire a maggiormente illustrare il nome del Diacono, e quello del Friuli.