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brò con in diversi inni e cantici la vita ed i miracoli di questo santo; e ad onore degli altri santi, de’ quali fra l'anno si fanno le feste1; altre molte lettere scrisse in prosa ed in versi agli amici ed a'principi, che lo aveano in grandissima estimazione.
Dappoichè Paolo in monte Casino visse sempre impiegato negli studj nominati, e dappoichè diede prova in quegli anni d’una vita esemplare e santa, omai giunto in età avanzata fu chiamato da Dio a riposare in seno all’eternità. Venne posto sulla tomba di lui un epitafio2, che rammenta in parte le sue opere, ed i cui versi acrostici formano colle iniziali questo elogio: Paulus Laevita Doctor praeclarus et insons. Questo epitafio in cui a Paolo si dà l’attributo di Venerande, e di Sacer, da cui viene pienamente collocato fra beati nel cielo, e coronato di stelle, ed in cui l’autore alle preghiere di esso si raccomanda, ci fa manifestamente intendere, che Paolo per la sua
- ↑ Fu Paolo uno de’ più eleganti poeti che il mondo avesse in quel secolo. Il P. Wion, ed i dotti comunemente attribuiscono al Diacono l’inno che si canta nella festa di S. Gio: Battista: Ut queant laxis resonare fibris etc.
- ↑ Scritto dal suo grato discepolo Ilderico, e portalo per intiero dal Lirutti.