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terrore, i prigionieri ed i sudditi rimanevano alle volte sorpresi dell’umanità del vincitore. I vizj dei Lombardi erano l’effetto delle passioni, dell’ignoranza e dell’ebbrietà; più lodevoli erano le virtù loro, come quelle che non venivano infettate dall’ipocrisia de’ sociali costumi, nè imposte dai rigorosi freni delle leggi e della educazione.
I Lombardi possedevano la libertà di eleggere il loro sovrano, ed avevano il buon senso di non usare ad ogni volta di questo pericoloso privilegio. Le pubbliche loro entrate derivavano dai prodotti della terra e dagli emolumenti della giustizia. Allor quando gl’indipendenti duchi consentirono che Autari salisse sul trono del suo genitore, essi dotarono l’ufficio regale colla metà netta dei respettivi loro dominj. I più orgogliosi nobili aspiravano all’onore di servire presso la persona del loro principe. Egli rimunerava la fedeltà de’ suoi vassalli col precario donativo di pensioni e di benefizj, ed espiava i mali della guerra con ricche fondazioni di monasteri e di chiese. Giudice in tempo di pace, generale in tempo di guerra, egli mai non usurpava i poteri di legislatore solo ed assoluto. Il re d’Italia convocava le assemblee nazionali nel palazzo, o