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no dei loro colleghi, si stabili nel distretto assegnatogli con una mano di seguaci che si raccoglievano sotto il suo stendardo in tempo di guerra, e comparivano dinanzi al suo tribunale in tempo di pace. Libera ed onorata era la dipendenza loro: restituendo i doni ed i benefici che avevano accettato, essi potevano passare, insieme colle famiglie loro, nella giurisdizione di un altro duca; ma l’assenza loro dal regno veniva punita di morte come delitto di diserzione militare. La posterità dei primi conquistatori gettò profonde radici nel suolo, cui per ogni motivo d’interesse e d’onore erano vincolati a difendere. Un Lombardo nasceva soldato del suo re e del suo duca; e le assemblee civili della nazione spiegavano le bandiere, e prendevano il nome d’un esercito regolare. Le paghe e le ricompense di quest’esercito si ritraevano dalle provincie conquistate, e le triste impronte della ingiustizia e della rapina ne disonorarono la distribuzione, la quale non venne effettuata sin dopo la morte di Alboino. Molti fra i più ricchi italiani furono spenti o banditi: diviso andò il rimanente fra gli stranieri, e sotto il nome di ospitalità s’impose un tributo, che obbligava i nativi a pagare ai Lombardi una terza par-