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polo sopravvenne il re Liutprando, e levatolo di là, costituì duca di Benevento suo nipote Gregorio, a cui fu data in matrimonio una donna di nome Giselberga. Così il re Liutprando riordinate le cose, ritornò al proprio soglio, ove educando con paterno amore il suo nipote Gisulfo, gli diede poi per moglie Conniberga, donzella nata da nobilissimo sangue. Finalmente lo stesso caduto in languore sembrava incamminarsi alla morte: onde i Langobardi reputando che egli dovesse finire, radunatisi fuori le mura della città nella chiesa della santa Madre di Dio, che chiamasi in Pertica,[A. D. 736.] proclamarono re suo nipote Ildeprando. Al quale mentre, secondo il suo costume, portavano lo stendardo, sulla sommità del medesimo sorvolando un cụculo venne a poggiarsi. Allora ad alcuni prudenti1 questo prodigio parve significare che sarebbe stato inutile il princapato di quel figliuolo. Ma il re Liutprando, essendo venuto a cognizione di questo, glien dolse nell’animo: tuttavia guarito della sua infermità tenne suo figlio per compagno nel regno. Passati poscia alcuni anni, Trasmondo, che era fuggito a Roma, ritornando a

  1. L’originale: aliquibus prudentibus.