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to, ivi deliberò di abitare con alcuni anacoreti1, che già colà dimoravano; i quali stabilirono il detto venerabile Petronace per loro priore2. Questi in breve tempo coll’ajuto della divina misericordia, e pei meriti del beato padre Benedetto, passati già quasi cento e venti anni3, dacchè quel luogo era rimasto disabitato, divenne il padre di molti monaci nobili e plebei4, i quali ad esso accorrevano assoggettandosi al giogo della santa regola e delle istituzioni del beato Benedetto; e qui cominciò a vivere ne’ riparati abitacoli, e riedificò quel santo cenobio nello stato, nel quale ora si vede. A questo venerabile uomo Petronace, nel tempo appresso, il primo de’ sacerdoti e diletto al Signore pontefice Zaccaria diede non pochi ajuti: cioè i libri della sacra scrittura, e molte altre cose a beneficio del monastero: oltre a ciò egli concesse la regola che il beato padre Benedetto avea scritta di propria mano5. Allora pure il monastero

  1. L’originale: simplicibus viris.
  2. L’originale: seniorem.
  3. Il Bianchi, osserva dietro il Mabill, ch’erano passati almeno 135 anni.
  4. L’originale: nobilium et mediocrium.
  5. Narrano i cronologisti, che questo prezioso codice fu abbruciato insieme col monastero nell’anno