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libro vi. capo xxvii. 101

vanni venne con tutte le sue forze1 nella campagna incendiando e saccheggiando ogni cosa, e strascinando ancora seco gran numero di prigioni, finchè giunto al luogo che chiamasi Horrea2 accampossi; nè alcuno fu che gli potesse resistere. A costui il pontefice mandati i sacerdoti con apostolici donativi, redense tutti i prigionieri dalle sue mani, e fece sì, che il duca medesimo ritornasse colle sue genti al proprio paese.


CAPO XXVIII.

Della donazione che Ariperto fece alla chiesa Romana, e di due re dell’Anglia.

A questi tempi Ariperto re dei Langobardi[A. D. 707.] restituì a titolo di donazione il patrimonio dell’Alpi Coccie3, le quali una vol-

    tico castello de’ Sanniti, d’Arce (Arx) posto fra Arpino ed Aquino, luoghi notissimi nelle antichità Romane, si può vedere un’ampia illustrazione nel citato Cluverio (pag. 1046, e seg.)

  1. L’originale: virtute.
  2. Qui il Muratori: Horrea, cioè i Granai. Noi abbiamo Morrea, luogo notato nelle Tavole del Magini; questo nome probabilmente è fallato ( Annal. all’anno 702 ).
  3. La Chiesa godeva ne’ vecchi tempi alcuni Patrimonj nell’Alpi Cozie, che erano stati occupati o dai Longobardi, o da altre private persone. Erano