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96 | dei fatti de’ langobardi |
di forze valorosissimo, ma non potè in alcun modo raggiungerli. Onde ritornando indietro gli si fece contro Ferdulfo; ed avendolo interrogato qual cosa fosse avvenuta di quei malandrini, Argait1 (cosi quegli chiamavasi) rispose, che coloro se ne eran fuggiti. Allora Ferdulfo sdegnato, così proruppe: Quando mai potresti fare alcuna prodezza tu, cui viene da Arga il nome di Argait? e l’altro, punto da grandissima collera, siccome era uomo valorosissimo, così rispose: Voglia Dio, che nè io, nè tu, o Ferdulfo, esciamo da questa vita, prima che gli altri conoscano chi di noi due più meriti il nome d’Arga. E poichè s’ebbero detto fra loro queste villane parole, avvenne che dopo non molti giorni giugnesse con grandi forze l’esercito degli Schiavi già preparato dai pre-
- ↑ Arga, voce ingiuriosa, come presso gli Ebrei Raca. Il Lindenbrogio la reputa proveniente in prima origine dal greco ἀργόν (pigro, vile). Nelle leggi Longobar. tit 120, paragr. Si quis alium arga per furorem clamaverit, et negare non poterit, et dixerit quod per furorem dixisset, tunc juratus dicat, quod eum Arga non cognoverit.
se volte usata la voce Schuldhais. L’Enardo la deriva dal tedesco heischen (esigere), e da Schuld (debito), d’onde il composto Schuldheis, Scultetus. Nella lingua germanica schultheis e schulze significa propriamente esattore.