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78 dei fatti de’ langobardi

santissimo, e il beato Paolo patriarca1 presiedeva alla città e al popolo d’Aquileja. Questi, paventando la barbarie dei Langobardi, da Aquileja rifugiossi all’isola di Grado, trasportando seco tutto il tesoro della sua chiesa. Nell’anno stesso al cominciar dell’inverno cadde tanta neve nella pianura, quanta ne suol cadere sulla sommità delle alpi; e nell’estate che venne appresso fu tanta abbondanza, che alcuna età non registrò mai l’eguale. Parimente in quel tempo gli Unni, detti anche Avari, intesa la morte del re Clotario, si rivolsero ad assalire il figlio suo Sigisberto: il quale andando loro in contro nella Turingia, valorosamente gli sconfisse nelle vicinanze del fiume Albi. A questo Sigisberto si congiunse in matrimonio Brunichilde, proveniente dalle Spagne: dal la quale ebbe un figlio di nome Childeberto. E un’altra volta gli Avari, combattendo con Sigisberto negli stessi luoghi di prima, ruppero l’esercito de’ Francesi, e guadagnarono la vittoria.

  1. Questo Paolo soprannominato Beato dal nostro Diacono, era arcivescovo scismatico d’Aquileja. (Murat. ibid.).