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CAPO V.

Invidia dei Romani contro Narsete.

Poichè dunque Narsete, come s’è detto, ebbe disfatta o superata tutta la nazione dei Goti, e similmente ebbe debellati gli Unni, avendo accumulato gran copia d’oro e d’argento e di diverse altre ricchezze, destò contro di se l’invidia dei Romani, a favore dei quali avea sofferti tanti travagli contro i loro nemici; ond’essi contro il medesimo tennero a Giustino Augusto, ed alla sua moglie Sofia il seguente discorso: È meglio pei Romani il servire ai Goti che ai Greci, dove domina un Narsete eunuco, e noi preme col giogo servile, delle quali cose nulla sa il nostro piissimo imperatore: per lo che, o liberaci dalle sue mani, ovvero daremo Roma e noi stessi alle nazioni straniere. Ciò avendo saputo Narsete, proferì queste brevi parole: Se io ho fatto male ai Romani, male ritroverò. Allora Augusto talmente irritossi contro Narsete, che sul fatto mandò Longino prefetto ad occupare il luogo che teneva Narsete; laonde questi grandemente turbossi, e tanto terrore concepì della im-