Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
libro i. capo xx. | 41 |
acque da passarsi a nuoto; e mentre in atto di nuotare distendeano le braccia, erano crudelmente colpiti dalle spade degl’inimici. Allora i Langobardi, compiuta la vittoria, divisero fra loro le innumerevoli spoglie trovate negli alloggiamenti. Tatone appropriossi lo stendardo di Rodulfo, che chiamavano Bando1, e l’elmo che solea portare alla guerra. E da quel giorno fu talmente abbattuta la gloria degli Eruli, che dopo non ebbero mai più re2. All’incontro da quel tempo i
- ↑ Variano gli etimologisti sull’origine di questa voce. Il Salmasio la vuole dal Persiano Band (fascia), altri dal Settentrionale bann, cioè elevazione, il Ducange dal latino-barbaro bannum, nel senso che si usava questa parola pubblicando un editto, con cui una persona od una cosa era posta sotto la protezione del principe: perchè allora a questa per o cosa appendevasi per segnale un velo. Comunque siasi era questo il vessillo che si portava nelle battaglie, e da bandum a noi Italiani è venuto il vocabolo bandiera.
- ↑ Questo luogo c’insegna che l’avere un re presso quei popoli era un distintivo di potenza e di gloria; come era segno di abbiezione e di schiavitù l’esserne privi. Che nel re fosse riposta l’opinione della forza e della grandezza della nazione lo sappiamo da Tacito, che ci rappresenta con tratti su-
serva ancora nei paesi una volta occupati da quelle nazioni il genio di tale coltivazione, ed ivi regna molta industria nel tesser la tela, della quale si fa un continuo traffico nelle provincie dell’Italia settentrionale, ed altrove.