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libro i. capo xx. 37

Eruli. Costoro, che prima aveano stretta insieme alleanza, vennero allora in discordia per la seguente ragione. Il fratello del re Rodulfo era giunto a Tatone col fine di recargli la pace; onde avendo compiuta la sua missione, e tornandosene alla patria, avvenne che passasse dinanzi alla casa della figliuola del re, la quale chiamavasi Rometruda. Costei guardando il numeroso seguito e la nobile comitiva, domandò chi mai potesse essere quegli che aveva un sì sublime corteggio? A cui fu risposto essere il fratello del re Rodulfo, che dopo aver terminata la sua ambasceria si restituiva alla patria. Allora la donzella mandò ad invitarlo che si degnasse di accettare da lei un bicchiere di vino. Quegli, semplice di cuore, appena invitato sen venne: e come era piccolo di statura, la donzella guardollo con superbo dispregio, ed anche si mise a deriderlo con parole. Ma quegli insieme da vergogna e da sdegno commosso, rispose con certi detti, che fecero ben più arrossir la fanciulla: di modo che colei da donnesca rabbia infiammata, non potendo frenare la pena dell’animo, deliberò di compiere il delitto che nella sua mente avea già immaginato. Simulò tolleranza, rasserenò il volto,