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regina. Finalmente gli esorta a difender con l’armi se ed i suoi, affermando esser meglio lasciar la vita sul campo, di quello che quai vili schiavi sopportare gli scherni dell’inimico. Mentre queste ed altre simili cose udir faceva gridando, ed or con promesse, or con minacce rianimava gli animi loro a sostener la battaglia, se s’imbatteva di veder nella pugna alcuno di servil condizione, concedeagli la libertà, e insieme di premj lo ricolmava: talmentechè infiammati dalle esortazioni e dall’esempio del principe, il quale primo avea attaccato la zuffa, si rovesciano sopra i nemici, accanitamente combattono, e fanno di quelli orrendo macello. Così dei vincitori riportando vittoria, della morte del re e delle proprie ingiurie compiono la vendetta: onde fatto grosso bottino delle spoglie nemiche, da quel tempo in poi diventati audaci, costantemente le fatiche della guerra bramarono.