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del sole, in quel punto siasi presentata Gambara a Frea moglie di Vodan, chiedendo la vittoria pei Vinili, e che Frea abbia dato il consiglio, che le donne dei Vinili lasciati cadere i capelli sciolti giù per la faccia gli accomodassero a guisa di barba, e all’albeggiare in compagnia degli uomini s’affacciassero a Vodan, collocandosi da quella parte ov’egli per una finestra era solito guardare verso l’oriente; e così sia stato fatto: onde Vodan vedendole nel nascer del sole abbia detto: E chi sono cotesti Langobardi? Al che Frea aver soggiunto, che a coloro ai quali egli avea dato il nome donasse pur la vittoria; e così Vodan ai Vinili averla concessa. Cose da ridere, e da non prestarvi niuna

    divinità germanica di Wodan ci accade d’osservare, che il tedesco Wod o god (buono) potrebbe essere voce radicale di Wodan, che vorrebbe dire Dio buono. Paolo nel capo seguente insegna che Wodan è il Mercurio de’ Greci e de’ Romani. E il Vossio concorre nel crederlo il medesimo anco per l’analogia del suono del vocabolo, poichè Cicerone lo chiama Thoyt, Arnobio Theutates, Lattanzio Teuth, e finalmente Eusebio Thoth. Ciò si conferma ancor più da una osservazione di Bono Volcazio fatta a questo luogo istorico; ed è che i Belgi chiamano il giorno di Mercurio (mercordì) Woensdag, corrottamente da Wodensdag. L’asserzione di Paolo Diacono è riferita come fondamento istorico da tutti gli eruditi che parlarono di questa divinità. Per altro chi volesse mag-