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libro i. capo vi. 15

mo immenso caos, nell’atto che quasi morto dalla paura s’aspettava di precipitare là dentro, in un subito, fuori d’ogni speranza trovossi seduto sopra uno scoglio; poichè trascorse tutte le acque che doveano essere assorbite, rimasero scoperti i margini di quel baratro. E mentre quivi stavasi ansioso fra tante angustie, appena pel terror palpitante, e aspettando ancora la morte prolungata per pochi istanti, ecco repente dal profondo rimbalzare quasi smisurate montagne di acque, e le navi che erano state ingojate nuovamente apparire; laonde passandogli presso una di quelle, con quanto maggiore sforzo ei potè ad essa appiccossi, e in un attimo, quasi volando, trasferito in vicinanza del lido scampò dalla morte; e fu egli medesimo poco dopo il narratore del proprio pericolo. Anche il nostro mare, cioè l’Adriatico, il quale benchè in minor copia, pure si spande egualmente sulle spiaggie delle Venezie e dell’Istria, è da credersi che abbia somiglianti piccoli e riposti meati, dai quali le acque nel ritirarsi sono assorbite, e poi nuovamente rigettate a inondare la spiaggia. Ora, tali cose accennate, torniamo al cominciato ordine della narrazione.